SUPER PIPPO

Filippo Flamini, 17 anni di Firenze

Sono figlio unico. La mamma dice “unico in tutti i sensi”, e quindi nella mia famiglia siamo in tre: io, babbo e mamma. E poi c’è la zia Myriam, che anche se non abita con noi, è spesso da noi ed è per me forse più una sorella che una zia. Sono pieno di ami- ci e qualcuno di loro è come se fosse il fratello o la sorella che non ho avuto. Frequento il Liceo Scientifico Leonardo da Vinci a Firenze, perché io sono nato e vivo a Firenze e non cambierei mai la mia città, anche se mi piace viaggiare e conoscere tanti altri bellissimi posti, ma Firenze è la città più bella del mondo! Mi piace moltissimo la musica, quella bella, soprattutto il rock, e suono la chitarra; ho cominciato in terza elementare, con la chitarra classica, e in seconda media ho cominciato con la chitarra elettrica, che preferisco, anche se continuo a suonare la classica, soprattutto per i canti della messa. La musica per me è vita, non ne posso fare a meno, anche per studiare ho sempre messo la mia musica preferita come compagnia, mi ha sempre aiutato a concentrarmi. Solo nei momenti più difficili della malattia ho spesso ascoltato il silenzio. Ma sarà sempre una “bella” fetta della mia vita,“bella” in tutti i sensi! Un’altra mia grandissima passione è il Basket dall’età di 10 anni e anche questo, in un modo o nell’altro, farà sempre parte della mia vita, finché è possibile giocando, poi troverò altri modi, ma sarà sempre parte di me come la musica. Non so cosa succederà e cosa farò da grande, ma so che lasciandomi guidare da Dio (che durante la malattia ho capito essere sempre accanto a me, a noi) e facendomi prendere per mano dalla sua Mamma, che è anche nostra, la mia vita diventerà qualcosa di grande e niente mi potrà fare più paura, neanche la malattia e la morte.

• Come sei rappresentato?

Sono rappresentato come un Drago che soffia un fuoco verde e gioca a basket, con il pallone in mano e la maglia col numero 25. Nella coda dovevo stringere una chitarra elettrica, che però la disegnatrice ha dimenticato nella penna.

Perché hai scelto di essere rappresentato così?

Mi sarebbe piaciuto scegliere un’aquila, ma era già stata utilizzata, così ho optato per un drago: anche il drago vola alto, “oltre ogni limite”, compreso quello della fantasia (dato che è un animale fantastico). Il mio sport è il basket, ho giocato fino alla settimana prima dellascoperta della malattia, e (per caso o per fortuna) il mio numero di maglia nell’ultima squadra era proprio il 25! In perfetto accordo con Milano 25. Da sempre ho la passione della musica, per questo la chitarra elettrica. La malattia mi ha portato a non poter mangiare né bere per otto mesi, il fuoco verde vuol rappresentare un fuoco guaritore che esce proprio dal “cuore” del mio male (la gola), verde come la speranza.

• Che cosa si prova a essere un supereroe del taxi Milano 25?

Nessuno volontariamente vorrebbe mai esserlo, la vita mi ha dato questa opportunità ed ho cercato di accoglierla rendendola un’occasione di crescita e di vita INDIMENTICABILE. La condivisione aiuta ad affrontare meglio le difficoltà.

• Come hai conosciuto Zia Caterina?

L’ha trascinata da me la zia Myriam, che voleva assolutamente farmela conoscere perché aiutasse me ed i miei genitori ad affrontare questo nuovo, terribile viaggio.

• Che cosa mi puoi dire della tua malattia?

La malattia mi ha catapultato in un mondo che non conoscevo (e che da una parte avrei evitato volentieri di conoscere, ma sono anche contento di quello che mi ha fatto vedere e di come mi ha fatto crescere) e mi ha sconvolto e completamente cambiato la vita. All’inizio, prima di sapere quello che avevo, c’era la paura di non sapere quello che mi aspettava, poi è cominciata la lotta per vivere ed ho lottato con tutto me stesso fino in fondo. Ad un certo punto sembrava che la malattia fosse stata sconfitta (ed io so che c’era la mano di Dio,